LA DIA VA RAFFORZATA

Gratteri ha torto, la Dia va rafforzata non chiusa. Parola di "Operaio".

di Roberto Di Giambattista*

La legge istitutiva della DIA prevedeva la soppressione di inutili sovrapposizioni, creando un solo gruppo di intelligence, con il quale le altre Forze di polizia dovevano collaborare. Questo era l'intento di Giovanni Falcone,  che aveva ben capito come andava combattuta la mafia.
La domanda che molti si dovrebbero porre è: perché taluni non hanno mai rispettato le direttive della legge istitutiva?
Provo a dare delle risposte.
Perché avrebbero perso la loro isola felice; mi spiego meglio, le loro poltrone? Oppure perché senza sovrapposizioni di indagini è più facile farla franca? Forse perché si sarebbe creato un archivio dati di indagine troppo efficace?
Una cosa è certa, disperdere un fiume di informazioni in mille rivoli ha un unico scopo, diminuirne la sua efficacia.
Bisognerebbe chiedersi anche il motivo per il quale le interviste a Gratteri siano fatte senza contraddittorio. Mai che gli venisse affiancata una persona qualificata per poter ribattere le tesi del magistrato. Naturalmente, per "persona qualificata", per dirla in metafora, intendo l'operaio che si sporca le mani e non il ragioniere che forse può parlare di economia aziendale ma non di mattoni o cemento per la messa in opera.
Infine si dovrebbe sfatare un mito: chi siede dietro la scrivania ottiene successi grazie al lavoro svolto dagli "operai".
Sono gli "operai" che comunicano la notizia di reato, che scrivono, passo dopo passo, ogni attività svolta, sino alla conclusione delle indagini. Sono gli "operai" che, sia di giorno sia di notte, sono in strada a fare pedinamenti, a mettere "cimici", o chiusi nelle sale con le cuffie in testa ad ascoltare le conversazioni degli intercettati.
Sono gli "operai", che mettono la sveglia alle 4 del mattino per entrare nelle case a fare perquisizioni, ad eseguire gli arresti. Sono gli stessi "operai" che poi vanno in aula in qualità di testimoni d'accusa, proprio per confermare le loro attività di indagine, dalle quali sono scaturiti i risultati.
Nel nostro Paese si creano icone, senza pensare che molte di queste pensano soprattutto pro domo loro.
Gli "operai", dopo aver saltato il pasto, essere stati sotto il sole cocente, oppure esposti al freddo o alla pioggia, senza  aver dormito la notte, lasciando a casa mille problemi, spesso di carattere economico, non hanno il tempo e voglia neppure di leggere un libro, tanto sono stanchi fisicamente e mentalmente.
Nonostante tutto, dopo essersi sentiti dire che sono anche inutili, continuano a lavorare, come sempre, nell'oscurità.
Mi chiedo un'ultima cosa, dovrebbero chiedersela in molti: come si può riuscire a scrivere libri, partecipare a convegni, rilasciare interviste, partecipare a commissioni, a fare tanto altro e poi a lavorare?
Probabilmente la ragione sarà questa: gli "operai" non hanno il fisico e la testa di chi sta dietro una scrivania.

*Ex agente Dia





Commenti