PROVOSHARING - Riflessione di Salvatore Calleri

Un movimento interessante nato nel periodo in cui sono nato ossia a metà dei mitici '60, è stato quello dei provos in Olanda.
Un movimento pacifico ironico anticipatore di tematiche e costumi oggi attuali non senza alcune contraddizioni. Vestivano di bianco. Portavano i capelli lunghi ma non era un obbligo... Anche perché in realtà non avevano obblighi se non quello di provocare. Contro il fumo di sigarette ed i danni del tabagismo... Ma al contempo aperti su alcune droghe leggere. Non violenti. Anarchici che si candidarono alle elezioni.
Sono durati essenzialmente 2 anni dal 1965 al 1967 ed in realtà perdendo hanno vinto... Hanno cambiato la società olandese. Cosa non da poco. Devo pure dire che i provos in alcune cose mi hanno influenzato.
Ma perché cari lettori vi parlo di loro? Perché una loro idea a distanza di anni si è dimostrata vincente per le multinazionali e sta creando un pizzico di disordine nelle nostre città tra cui la mia Firenze... Il bike sharing. Ebbene si il bike sharing lo hanno inventato i provos.
Bici bianche gratuite a disposizione per una mobilità alternativa. Allora fu una sorta di esperimento e nulla più, geniale da quanto era avanzato. Oggi le cosiddette multinazionali della bici hanno saputo sfruttare molto bene l'idea, in modo razionale ed economico, quasi gratuito, riuscendo pure grazie alla tecnologia da grande fratello a contenere la piaga dei furti delle bici a nolo. Eppure oggi un problemino c'è: il chip invece che sulla bici andrebbe messo sul ciclista che si comporta male. Ciclista che non rispetta quanto previsto dal contratto di bike sharing. Parcheggia male, in mezzo ai piedi, ovunque e da gioiosamente anarchico il mezzo è diventato una sorta di gioiosa monnezza a 2 ruote. Peccato. Una bella idea che diventa una monnezza per colpa di bipedi umani idioti ed arroganti.
Pazienza me ne farò una provoragione.

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