LA SINISTRA ALLA PROVA DEL FUOCO di Giuseppe Lumia
Era ora. Sembra finalmente emergere, seppur troppo confusamente, un certo confronto sul futuro del PD e sulle gravissime condizioni sociali, politiche ed organizzative in cui versa.
La crisi, ahimè, riguarda tutta la sinistra per cui bisogna cogliere questa particolare opportunità per rivedere il tutto in un quadro politico più ampio. Sarà una vera e propria prova del fuoco!
Ci sono due approcci sbagliati e alla fine sterili per far uscire la sinistra dalla sua crisi che, è bene sottolineare, è senza precedenti:
1) Tornare nostalgicamente al passato. Sbagliato! Certo, alcuni sani valori vanno ripresi così come alcune antiche virtù, per il resto rimpiangere nostalgicamente il passato serve poco.
2) Rincorrere la destra, anche quella peggiore, e giocare culturalmente e politicamente sul loro stesso piano. Sbagliatissimo! È il rimprovero più diffuso che viene giustamente mosso quando si fa riferimento soprattutto a certe politiche liberiste che si sono consumate in diverse esperienze di governo.
C’è un’altra strada? Una sorta di terza via reale e capace di trasformare questa crisi rovinosa in una risorsa per fare scelte coraggiose e senza precedenti? Si! Altro che... Vediamo un po’...
Elenchiamo alcuni nodi da sciogliere.
1) EUROPA. Va condivisa al più presto
con tutti i Partiti Progressisti presenti nei vari Paesi Europei la scelta di farla finita con una Unione Europea così concepita. Bisogna ammettere che l’ultima fase dell’Unione Europea è stata un vero e proprio fallimento su diversi piani. Eloquente la vicenda delle concessioni stradali. Nessuna scelta e direttiva in questo campo è così importante e nello stesso tempo potente.
Mentre sugli interessi deboli della vita quotidiana o in settori come la pesca e l’agricoltura siamo arrivati ad un eccesso di regolamentazione. Ma non dobbiamo fare l’errore opposto di inseguire i “sovranisti” per ritornare al mito dello Stato-Nazione. Sarebbe una sciagura foriera di conflitti pericolosi e già tragicamente conosciuti nella storia. Dobbiamo andare avanti puntando idealmente e concretamente sugli Stati Uniti d’Europa in chiave di equità, di giustizia, di sostenibilità ambientale, di lotta alle povertà, di promozione della cultura e della cooperazione e della pace nel Mediterraneo in modo da poter così governare sul serio i drammatici flussi migratori e garantire sicurezza contro le minacce terroristiche e mafiose.
2) UGUAGLIANZA E SICUREZZA. Va data una risposta moderna a tali domande che attraversano come venti impetuosi e travolgenti tutti i Paesi Occidentali, compreso soprattutto il nostro.
Aver ignorato da sinistra la necessità di rilanciare l’uguaglianza e più da destra l’altra necessità di garantire sicurezza è stato un tragico errore. Bisogna adesso riportare il lavoro e la produzione al centro delle politiche economiche e degli investimenti con livelli retributivi di base che non devono scendere sotto i duemila euro e con profonde innovazioni fiscali e tecnologiche per rilanciare il tessuto produttivo, soprattutto al Sud. Non si deve mollare la presa sui diritti civili, senza trascurare le politiche sociali nelle quali anzi bisogna operare un vasto innesto di nuovi diritti sociali, dagli asili nido gratuiti alla scuola a tempo pieno, dall’abolizione dei test di ingresso all’università alla promozione del Volontariato, anche della terza età...Così pure la sicurezza va rilanciata in chiave progressista nell’investire sui quartieri popolari, sulla scuola, sullo sport giovanile di base... ma anche sul rigore e sulla certezza della pena. Se non sciogliamo in modo moderno questi due nodi rischiamo di perdere il PD e di relegare la sinistra in spazi del tutto residuali.
3) MODELLO PARTITO.
Bisogna superare la stagione nefasta del “Partito Io” per investire sul “Partito Noi”. Badiamo bene non il vecchio e superato “Partito Noi” chiuso, ideologico e di apparato ma un Partito radicalmente rinnovato, aperto, ideale e modernamente organizzato nei territori. Il “Partito Noi” è possibile ed esistono tutte le condizioni per formare una classe dirigente capace di coniugare leadership e partecipazione plurale e condivisa capace anche di tenere insieme legalità e sviluppo, così come l’esperienza dei militanti e dirigenti e la freschezza dell’impegno delle nuove generazioni. Un “Partito Noi” chiaramente progressista e popolare libero da condizionamenti di potere esterni alla sana, trasparente e partecipata dialettica democratica.
Il tempo stringe e il rischio di marginalità della Sinistra cresce per cui è questo il momento giusto per osare con una visione e progettualità adeguate e coinvolgenti.
Giuseppe Lumia
La crisi, ahimè, riguarda tutta la sinistra per cui bisogna cogliere questa particolare opportunità per rivedere il tutto in un quadro politico più ampio. Sarà una vera e propria prova del fuoco!
Ci sono due approcci sbagliati e alla fine sterili per far uscire la sinistra dalla sua crisi che, è bene sottolineare, è senza precedenti:
1) Tornare nostalgicamente al passato. Sbagliato! Certo, alcuni sani valori vanno ripresi così come alcune antiche virtù, per il resto rimpiangere nostalgicamente il passato serve poco.
2) Rincorrere la destra, anche quella peggiore, e giocare culturalmente e politicamente sul loro stesso piano. Sbagliatissimo! È il rimprovero più diffuso che viene giustamente mosso quando si fa riferimento soprattutto a certe politiche liberiste che si sono consumate in diverse esperienze di governo.
C’è un’altra strada? Una sorta di terza via reale e capace di trasformare questa crisi rovinosa in una risorsa per fare scelte coraggiose e senza precedenti? Si! Altro che... Vediamo un po’...
Elenchiamo alcuni nodi da sciogliere.
1) EUROPA. Va condivisa al più presto
con tutti i Partiti Progressisti presenti nei vari Paesi Europei la scelta di farla finita con una Unione Europea così concepita. Bisogna ammettere che l’ultima fase dell’Unione Europea è stata un vero e proprio fallimento su diversi piani. Eloquente la vicenda delle concessioni stradali. Nessuna scelta e direttiva in questo campo è così importante e nello stesso tempo potente.
Mentre sugli interessi deboli della vita quotidiana o in settori come la pesca e l’agricoltura siamo arrivati ad un eccesso di regolamentazione. Ma non dobbiamo fare l’errore opposto di inseguire i “sovranisti” per ritornare al mito dello Stato-Nazione. Sarebbe una sciagura foriera di conflitti pericolosi e già tragicamente conosciuti nella storia. Dobbiamo andare avanti puntando idealmente e concretamente sugli Stati Uniti d’Europa in chiave di equità, di giustizia, di sostenibilità ambientale, di lotta alle povertà, di promozione della cultura e della cooperazione e della pace nel Mediterraneo in modo da poter così governare sul serio i drammatici flussi migratori e garantire sicurezza contro le minacce terroristiche e mafiose.
2) UGUAGLIANZA E SICUREZZA. Va data una risposta moderna a tali domande che attraversano come venti impetuosi e travolgenti tutti i Paesi Occidentali, compreso soprattutto il nostro.
Aver ignorato da sinistra la necessità di rilanciare l’uguaglianza e più da destra l’altra necessità di garantire sicurezza è stato un tragico errore. Bisogna adesso riportare il lavoro e la produzione al centro delle politiche economiche e degli investimenti con livelli retributivi di base che non devono scendere sotto i duemila euro e con profonde innovazioni fiscali e tecnologiche per rilanciare il tessuto produttivo, soprattutto al Sud. Non si deve mollare la presa sui diritti civili, senza trascurare le politiche sociali nelle quali anzi bisogna operare un vasto innesto di nuovi diritti sociali, dagli asili nido gratuiti alla scuola a tempo pieno, dall’abolizione dei test di ingresso all’università alla promozione del Volontariato, anche della terza età...Così pure la sicurezza va rilanciata in chiave progressista nell’investire sui quartieri popolari, sulla scuola, sullo sport giovanile di base... ma anche sul rigore e sulla certezza della pena. Se non sciogliamo in modo moderno questi due nodi rischiamo di perdere il PD e di relegare la sinistra in spazi del tutto residuali.
3) MODELLO PARTITO.
Bisogna superare la stagione nefasta del “Partito Io” per investire sul “Partito Noi”. Badiamo bene non il vecchio e superato “Partito Noi” chiuso, ideologico e di apparato ma un Partito radicalmente rinnovato, aperto, ideale e modernamente organizzato nei territori. Il “Partito Noi” è possibile ed esistono tutte le condizioni per formare una classe dirigente capace di coniugare leadership e partecipazione plurale e condivisa capace anche di tenere insieme legalità e sviluppo, così come l’esperienza dei militanti e dirigenti e la freschezza dell’impegno delle nuove generazioni. Un “Partito Noi” chiaramente progressista e popolare libero da condizionamenti di potere esterni alla sana, trasparente e partecipata dialettica democratica.
Il tempo stringe e il rischio di marginalità della Sinistra cresce per cui è questo il momento giusto per osare con una visione e progettualità adeguate e coinvolgenti.
Giuseppe Lumia
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